Eccoci qua, è arrivato il Giubileo. Roma sembra essere pronta, forse è più approntata che pronta. Il panorama delle opere è ampio e quasi compiuto. Ma prima di arrivare a questo, facciamo un breve excursus.
Il sindaco Roberto Gualtieri, in forza al PD, già Ministro dell’Economia e Finanze, nel secondo Governo Conte, dopo un inizio di mandato molto in sordina, durante il quale mezza Italia si domandava se il Campidoglio non fosse sede vacante, visto il silenzio tombale, dopo cinque anni di cancan mediatico, sulla sindaca Virginia Raggi. E lo stesso inquilino del Campidoglio sembrava fare di tutto per non farsi notare, ben lieto del silenzio stampa.
E così è stato per tre anni e mezzo del suo mandato. Il lavoro di Gualtieri era consistito quasi esclusivamente nel chiudere i cantieri già in buona fase di avanzamento e totalmente finanziati, dalla precedente Giunta, come ad esempio il “Piano sampietrini”, per la ripavimentazione del centro storico, la riqualificazione dei mercati plateatici attrezzati, come San Silverio all’Aurelio e Capasso a Bravetta, o parco della Cellulosa a Casalotti.
Nel mentre il Primo Cittadino silenziosamente manometteva i progetti di due impianti di compostaggio fatti dalla Giunta Raggi, per il trattamento dei rifiuti di Roma, già approvati in via definitiva, con i finanziamenti a bilancio e con le gare di bando pronte. Si tratta dei due impianti di Casal Selce e di Cesano. Le modifiche apportate dalla Giunta Gualtieri, consistono nella trasformazione peggiorativa da aerobici ad anaerobici. Inoltre aveva cominciato il progetto per un inceneritore di rifiuti, che ancora sta portando avanti. Un tipo di impianto superato, che la UE ha già stabilito di mettere fuori norma dal 2027, con la procedura di infrazione e le conseguenti sanzioni per quelli già esistenti.
Poi arriva il 2023, ma soprattutto erano già arrivati a pioggia, i finanziamenti sulla Capitale, per il Giubileo e quindi il Sindaco comincia a cantierare generosamente Roma. Piazze, fontane, pedonalizzazioni.
Ma questi cantieri sembravano un po’ come il loro sindaco, piuttosto sornioni e questo cominciava a preoccupare seriamente i cittadini. Lo sconforto era dovuto anche alle date di fine lavori, che erano previste quasi tutte per il 2026, ossia un anno dopo la fine del Giubileo. Inoltre, come sempre accade nella Città Eterna, alcune opere sono risultate davvero ostiche.
Per il mega-cantiere di piazza Pia, con area pedonale e relativo sottopasso veicolare, sono stati necessari cambi traumatici di viabilità e chiusure, nelle zone adiacenti, da ponte Vittorio Emanuele II, al sottopasso già esistente, alle vie tra i rioni Borgo e Prati. Gli scavi per questa opera hanno incontrato grossi rallentamenti, per via degli inevitabili ritrovamenti di resti romani, una grande fullonica, ossia una tintoria e lavanderia, da cui sono state prelevate le grandi vasche di pietra, in attesa di ricollocazione nei giardini di Castel Sant’Angelo.
Si era cominciato anche il cantiere per il mega-parcheggio sotterraneo, da ricavare sul lato opposto, dove nel 2000 l’allora Sindaco Francesco Rutelli aveva iniziato la parte consistente della pedonalizzazione, che oggi Gualtieri sta completando. Dove nel 2000 si era realizzato un bel giardino all’italiana, con fontana, sedute chioschi e giochi per bambini, si è cominciato a scavare un buco di ben 50 metri. Lo scavo è stato bloccato per via di altri importanti ritrovamenti archeologici e adesso rimarrà un buco aperto e recintato, fino alla fine del Giubileo. Caos anche per gli utenti della Stazione Termini e zone limitrofe, per i cantieri della piazza.
Dunque lo scenario di Roma nell’ultimo anno e mezzo, si è presentato caotico e angosciante, tra transennamenti, scavi, chiusure e monumenti impacchettati, come in ogni grande cantieramento.
Ma con un inaspettato colpo di scena, tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025, c’è stata un’impennata e, uno dopo l’altro, la maggior parte dei cantieri hanno chiuso, riaprendo la Capitale a residenti e turisti, per giunta prima della prevista data di fine lavori. Bravura della Giunta e delle Ditte? Fine astuzia, nel mettere date e lungo termine, per poi fare bella figura? O lavori un po’ raffazzonati? Chissà.
Gualtieri è uscito finalmente allo scoperto con entusiasmo e ha cominciato ad inaugurare un cantiere via l’altro, impazzando sui social, dove è diventato subito oggetto di meme.
Fatto sta che a Roma sono state restituite aree e monumenti riqualificati e quasi tutti completati. Ma andiamo ad analizzare nel dettaglio le principali opere realizzate per il Giubileo.
Innanzitutto occorre fare un paio di importanti premesse. Una è che al Sindaco Gualtieri sono stati conferiti i poteri speciali di Commissario per il Giubileo, che consentono tra l’altro l’attivazione dell’affidamento diretto degli appalti, senza passare per il bando, velocizzandone le procedure.
L’altra è che Roma Capitale ha beneficiato di ben 4.306 milioni di euro, tra fondi per il Giubileo, Pnrr e fondi già disponibili dalla precedente amministrazione.
Veniamo così alle opere principali. Ripulitura delle fontane e di Ponte Sant’Angelo. Le principali fontane storiche sono state tutte perfettamente ripulite, recuperando la loro bellezza.
Ponte Sant’Angelo con una grande rincorsa, è stato restituito a residenti e turisti, in tutto il suo splendore, in tempo per il Natale. E fin qui davvero tutto bene.
Le altre opere giubilari riguardano la viabilità, ma soprattutto le pedonalizzazioni e la riqualificazione di piazze.
Piazza Risorgimento, unapiazza importante e grande, nei pressi di San Pietro, necessitava senza dubbio, di una riqualificazione. I lavori fatti ne hanno migliorato ben poco l’estetica e la fruibilità, in compenso ne hanno peggiorato la viabilità. La piazza ha perso il suo funzionale senso rotatorio, concedendo un lato della carreggiata ad una ulteriore area pedonale, che appare superflua su una piazza già tanto spaziosa e pedonale. Quella corsia era invece funzionale ai veicoli, che ora possono circolare solo su tre lati, a doppio senso, con le carreggiate ristrette e con l’anomalia dell’ultimo tratto, a senso unico, che complica ulteriormente la circolazione. La grande area pedonale centrale, riqualificata, è una spianata grigia, di pietra e cemento, con poche sedute scomode e di foggia antiquata, senza ombreggiature, con scarsissimo verde, sia orizzontale che verticale, niente area cani, dei brutti lampioncini fotovoltaici, che non illuminano e nel mezzo uno strano, ingombrante aggeggio azzurro, a cerchi, di dubbia utilità.
Via Ottaviano, già interdetta al traffico privato da un paio di decenni, mancava del tocco definitivo di pedonalizzazione, che gli è stato ben conferito, anche se la delimitazione con un paio di desolati vasi di fiori, è al quanto improvvisata. Sarebbe stato opportuno mettere dei piloncini, magari di quelli meccanici a scomparsa. Buona la ripavimentazione, ma anche qui si denota una certa scarsità di verde, che speriamo si possa incrementare col tempo.
Piazza Pia è un’altra distesa grigia, come sopra, questa volta però a gradoni, certo molto ordinata. Ancora una volta con poco verde e poche sedute e senza ombreggiature. Nessuna area giochi per i bambini, né un’area cani o angoli di socialità. La completano due grandi vasche d’acqua, rotonde, di dubbio gusto, senza zampilli d’acqua, senza del verde intorno, che anche per questo si sono già riempite di monetine e tra qualche mese temo si riempiranno di piedini a mollo. Forse si sarebbero potuti utilizzare un paio di quei bei vasconi della fullonica, con maggior soddisfazione estetica e storica. Se fu fatto per piazza Farnese tra il XVI e XVII secolo, perché non prendere esempio. Bella la gradinata davanti alla vicina chiesa di Santa Maria Annunziata. Bene anche il breve tratto di sottopasso, che si aggiunge al precedente, realizzato per il Giubileo del 2000, dalla Giunta Rutelli.
Piazza San Giovanni in Laterano sembra uno scherzo. Forse la peggiore delle desolanti spianate grige di pietra e cemento di Gualtieri. Verde orizzontale e verticale praticamente assenti. Non un punto di ritrovo. Spruzzi d’acqua da terra, come fosse Cinecittà World, il tutto o meglio il poco, davanti alla meravigliosa facciata del XVII secolo, della Basilica.
Piazza delle Repubblica nella parte laterale verso il St. Regis Rome Hotel, era in grave stato di degrado, quindi ben venga la spianata grigia di pietre e cemento. Ma perché ancora una volta non mettere a sistema un po’ di verde? Perché non creare un’area funzionale e fruibile? Perché soprattutto levare anche l’unica funzione che aveva, cioè quella di parcheggio? Siamo d’accordo al 100% per le pedonalizzazioni, ma l’una cosa non pregiudica l’altra. Qualche parcheggio intorno, magari con le colonnine di ricarica, non avrebbe compromesso la vocazione pedonale dell’area, ma avrebbe restituito un servizio in più ai cittadini.
Piazza dei 500 è stata terminata all’85%. Peccato che, al netto di quel 15% ancora da fare, il progetto definitivo pubblicato sul sito del Comune di Roma, illustrava un piazzale tipo piccola Amazzonia, mentre nella realizzazione, abbiamo l’ennesima spianata grigia, di pietre e cemento. Verde pochissimo e solo verticale. Nuove banchine e pensiline graziose, ma di concezione e stile piuttosto vecchiotti, zero posti a sedere e nessun altro elemento di fruibilità. Bene il rifacimento della parte pedonale lungo le terme di Diocleziano, sull’altro lato della piazza che era molto degradato.
Insomma quello che accomuna e che manca a queste opere è un’idea architettonica, che le renda ben integrate nel contesto urbano di pregio, nel quale sono inserite. Non c’è una concezione contemporanea di verde messo a sistema, anche in funzione del microclima. Non c’è un’idea moderna di funzionalità e fruibilità degli spazi e degli arredi urbani.
Il tutto determina un risultato urbanistico antiquato e scarno, che può accontentare, ma non è all’altezza di una Capitale mondiale, come Roma. Apprezzeremmo lo sforzo, se queste opere fossero state fatte con le economie accantonate, a fine mandato. Ma dato che erano opere super-finanziate e previste da decenni, quanto fatto pare proprio il minimo sindacale ed è un peccato, perché questa era l’occasione irripetibile per fare davvero il meglio possibile per la Capitale. Resta il dubbio che questi tagli alle rifiniture siano la conseguenza della solita corsa contro il tempo e degli affidamenti diretti.



Brillante critica. Ormai siamo così abituati a progetti brutti o eternamente incompleti che si pensa che qualunque cosa minimamente finita sia da elogiare. Questi progetti non aggiungono nulla alla bellezza urbana e, qualora azzardino un po’ di più, tolgono.
Analisi decisamente puntuale. 👍