Sta per terminare la stagione invernale 24/25 del Teatro dell’Opera di Roma, che cederà a breve il passo alla stagione estiva a Caracalla. Un consuntivo entusiasmante che ha regalato alla Capitale una stagione complessiva di altissimo livello.
La capacità di coniugare il classico e il contemporaneo, sia nel ricco programma stagionale, che nell’allestimento delle rappresentazioni, in un’armonia coinvolgente per gli spettatori di tutte le età e di tutti i gusti, è stata la cifra vincente dell’Opera di Roma 24/25, grazie alle eccellenze che ne sono artefici e alle maestranze, che realizzano il sogno che va in scena. Una cifra che la direzione artistica del teatro sta perseguendo già da molti anni e che ogni anno si supera, per definirsi sempre meglio come eccellenza assoluta nel panorama nazionale e internazionale.
Il Teatro dell’Opera di Roma, nasce nel 1879, dalla passione dell’imprenditore edile Domenico Costanzi. Il Teatro Costanzi viene inaugurato il 27 novembre 1880 con Semiramide di Gioachino Rossini, alla presenza del re Umberto I e della regina Margherita. Sotto il fascismo il Costanzi diventa proprietà del Comune di Roma, cosa che tutt’ora persiste, e così diventa Teatro dell’Opera di Roma.
La struttura del teatro, dalla sua inaugurazione ha subito alcune modifiche strutturali nel tempo, per ampliarlo e per spostarne l’ingresso sulla piazza Beniamino Gigli, entrambe ad opera dell’architetto Piacentini.
Con tali modifiche il teatro ha guadagnato molto in capienza – ben 2.200 posti che ne fanno il teatro più grande d’Italia – e in splendore all’interno, anche grazie al meraviglioso lampadario in cristallo – il più grande d’Europa – che ci lascia naso all’insù, a bocca aperta, ma ha perso all’esterno la sua bella facciata classica, ottocentesca, a vantaggio della facciata in travertino, di stile razionalista, che vediamo ancora oggi.
Da allora si sono succeduti in questo Teatro spettacoli e artisti che hanno fatto la storia dell’opera, ma anche della musica sinfonica e del balletto, dal debutto della Cavalleria Rusticana di Mascagni e poi della Tosca di Puccini nel 1900, sono passati di qui eventi e Maestri del calibro di Ottorino Respighi, Artuto Toscanini, Riccardo Muti, Carla Fracci, Roberto Bolle, Maria Callas, Luciano Pavarotti e tanti altri.
Così si arriva ai nostri giorni e all’ultima spettacolare stagione ancora in corso, che da giugno, come da tradizione, aprirà il sipario anche alle terme di Caracalla.
Un calendario ricco di rappresentazioni di grandi classici e di eventi assolutamente contemporanei, proposti in una formula innovativa di programmazione, che prevede ripetizioni dello stesso spettacolo più volte nel corso della stagione e alternanze nei ruoli dei primi ballerini e dei cantanti d’opera, nelle varie repliche.
È il caso de La Tosca, di cui ricorre il 125simo, che è stata rappresentata a gennaio con interpreti Saioa Hernández – Anastasia Bartoli come Tosca e Gregory Kunde – Vincenzo Costanzo come Cavaradossi, a marzo con Anna Netrebko – Yolanda Auyanet e Yusif Eyvazov e ancora Vincenzo Costanzo, a maggio, dal 9 al 13, sarà con Anna Pirozzi e Luciano Ganci. La cura dei costumi e delle scenografie è stata particolare, nel rispetto di un’opera che è la storia stessa del Teatro dell’Opera. Dietro tutto ciò si scorge la modernità della tecnologia, che muove in modo impeccabile la macchina scenografica. Allestimenti che sebbene di matrice classica, denotano un’impronta squisitamente contemporanea, come si è potuto apprezzare anche in Alcina il capolavoro di Handel, per la regia di Pierre Audi.
L’opera più potente che è stata messa in scena quest’anno è forse Simon Boccanegra di Giuseppe Verdi, che ha inaugurato la stagione, storia del primo doge di Genova, con la direzione di Mariotti e la regia del grande regista inglese Richard Jones. Un’opera che si è mossa nell’armonia connubio tra costumi d’epoca e scenografie vagamente razionaliste, quasi a voler richiamare la facciata del teatro, proiettando all’esterno gli spettatori. E poi la Lucrezia Borgia di Gaetano Doninzetti, dove oltre all’esecuzione pregevole dei solisti, ha conquistato la platea anche la fusione tra il tema antico della storia e l’elegante ed essenziale modernità delle scenografie.
Ma come si diceva, non solo opera, ma anche balletto e altro. La direzione artistica ha spaziato dalla tradizionale rappresentazione natalizia del balletto Lo schiaccianoci, che incanta con le sue romantiche danze e musiche, i fantasiosi costumi e le magie scenografiche, tra cui la grande mongolfiera, che atterra e prende il volo al centro della scena, alle grandi presenze internazionali del balletto, al Trittico Contemporaneo, tre quadri di danza contemporanea fortemente suggestivi, a cura di coreografi internazionali come Philippe Kratz. È poi arrivato sulle tavole dell’Opera Onegin, il balletto allestito dal Dutch National Opera and Ballet di Amsterdam, una stimolante apertura sulle produzioni “d’oltr’Alpe”.
L’Opera ha ospitato inoltre il concerto straordinario di Esa-Pekka Salonen Philarmonia Orchestra in un’esecuzione magistrale, godibile ancor più grazie all’ottima acustica del teatro.
L’ampio respiro innovativo, lo ritroviamo ancora nella serata di teatro/concerto, dove si sono intercalati, tra antico e moderno, le letture di Sergio Rubini, di alcuni brani di Giacomo Leopardi, le musiche scelte di Beethoven, Mahler e Schubert dirette dal Maestro Mariotti e le proiezioni delle bellissime scene, della nuova serie tv prodotta dalla Rai, sulla vita di Giacomo Leopardi.
Ma l’Opera di Roma ha aperto il suo storico sipario anche alla musica leggera, ospitando una tappa del tour di Ligabue, il cantautore rock di Correggio, che ha infiammato il nobile palcoscenico e i leziosi palchi dorati e rossi, con le note sferzanti delle chitarre elettriche, per la gioia di centinaia di ragazzi e ragazze.
Fiore all’occhiello da sempre dell’Opera di Roma sono: il Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma che dal 2022, è diretto magistralmente da Eleonora Abbagnato, étoile di fama mondiale e già direttrice artistica del balletto dell’Opera, che ha preso in mano il balletto, dandogli la sua forte impronta grintosa e accattivante e valorizzandone i giovani talenti; l’orchestra del Teatro dell’Opera, dal 2022 sotto la direzione del pluripremiato Maestro Michele Mariotti, che ha portato nuova linfa a questa storica orchestra, creando magistrali esecuzioni e portando un ampio respiro al programma musicale; il Coro e la Scuola di Canto Corale dell’Opera di Roma, di cui è abile e attento Direttore Ciro Visco, Maestro di lungo corso, che ha dato voce a tante splendide esibizioni del Coro.
Da ultimo, ma non certo ultime ci sono le maestranze dell’Opera di Roma, un’eccellenza assoluta. Dietro ognuno dei capolavori a cui si assiste ammirati, dalla platea o da un palco, ci sono settimane quando non mesi di lavoro di falegnami, ingegneri di scena, pittori, sartoria, costumisti, attrezzisti, tutti di altissimo livello, che lavorano con perizia e maestria per ottenere effetti scenici stupefacenti, che vanno dalle onde del mare all’infinito del cielo, dalle fiamme ai prati fioriti, con sempre maggiore perfezione, tra l’artigianato più sapiente e la tecnologia più avanzata. Il tutto si svolge nei piani più alti del teatro, in enormi sale del sottotetto, dove si sfogliano fondali dipinti, come pagine di un libro magico, migliaia di colori per dipingere, costumi e tessuti che presto lo diventeranno e una sala speciale dedicata alla cura del favoloso lampadario, che da solo occupa decine di persone, tra controlli, manutenzione e pulizia.
A completamento di una stagione da incorniciare per il Costanzi, ci sono stati i progetti per il pubblico dei giovani, per il quale il Teatro dell’Opera di Roma anche quest’anno, ha riservato a tutti gli under 30 l’opportunità di assistere alle anteprime degli spettacoli, con un biglietto speciale a soli € 15,00. Inoltre per loro c’è la carta giovani, che dà diritto a uno sconto del 50% su tutti i biglietti dell’Opera, oltre a vantaggi per altri eventi culturali. Per i bambini dagli 8 ai 10 anni invece si sono organizzate serate speciali, con attività varie come il tour del Teatro, ascolti e laboratori all’insegna dell’Opera e del divertimento.
Per l’estate il programma prevede opere, balletti e concerti classici e contemporanei, da Giovanni Allevi a Fiorella Mannoia, alle Terme di Caracalla. Fino a fine giugno, ancora opera lirica sotto i cristalli del lampadario del Costanzi, mentre sotto il cielo e tra le rovine delle Terme, si rinnova l’immancabile appuntamento con Roberto Bolle e Friends, che porta nella Capitale i più grandi talenti della danza internazionale, a cominciare dal “padrone di casa”.
Roma si può considerare ormai saldamente la Capitale anche del Teatro, nel senso più ampio, come intrattenimento, veicolo di cultura e momento di aggregazione. Il teatro è una cosa viva, poiché fatto di persone e vivere il teatro è un’esperienza che non ha eguali. L’Opera di Roma in questo è all’avanguardia e sfida il tempo portando avanti la tradizione con intelligenza e versatilità, battendo il mainstream sul suo stesso terreno.