Dido Elizabeth Belle è una ragazza del diciottesimo secolo, istruita, aggraziata e dai modi gentili. Ha frequentazioni aristocratiche essendo figlia di Sir John Lindsay, ammiraglio della Royal Navy di stanza nei Caraibi. Cresciuta in Inghilterra, a Kenwood House, splendida residenza a nord di Londra, è a tutti gli effetti nipote di William Murray, giudice supremo e primo conte di Mansfield.
Dido, però, non è una nobile come tante perchè suo padre l’ha concepita a l’Avana con una donna nera, resa schiava in quel dei Caraibi. Si chiamava Maria ed è stata probabilmente prelevata da una nave negreria spagnola, attaccata dalla flotta inglese.
Dido, in quanto figlia illegittima, non può portare il cognome del padre ma, affidata alle cure della famiglia Mansfield, viene educata insieme ad una cugina coetanea per diventare una gentildonna libera e una futura ereditiera.
Nel 1783 Lord Mansfield dovette occuparsi di uno dei casi giuridici più scottanti dell’epoca: il massacro della Zong, una nave inglese che aveva gettato al largo della Giamaica più di cento schiavi incatenati. La scusa ufficiale fu la carenza di acqua potabile, il vero motivo la volontà di intascare l’assicurazione sulla vita di ciascun prigioniero, per ripagare le perdite economiche di un viaggio disastroso. La strage colpì l’opinione pubblica ispirando anche un quadro di William Turner. In virtù delle leggi dell’epoca nessun membro dell’equipaggio poteva essere accusato di omicidio, quindi il processo riguardava solo l’eventuale risarcimento economico. Come segretaria dello zio, Belle seguì i fatti da vicino ed è probabile che la sua presenza abbia influenzato Lord Mansfield nel pronunciare una sentenza rivoluzionaria: l’uccisione di innocenti era illegittima a priori e nessuna richiesta di risarcimento poteva essere accolta se nata da un atto illegale. Il primo passo verso il futuro movimento abolizionista era stato compiuto anche grazie ad una giovane di origini africane.