Israele vive nell’eterna dottrina di Golda Meir. La pratica delle esecuzioni mirate è nata dopo l’attentato di Monaco del 1972 ed è diventata una partita religiosa con un unico comandamento: uccidete i capi del terrorismo.
Gli Hezbollah prigionieri del radicalismo islamico non si sono resi conto che eliminare un druso significa scatenare una nuova guerra religiosa dalle conseguenze imprevedibili. Probabilmente nell’uccisione di Fuad Shukr, comandante militare di Hezbollah in Libano, ritenuto responsabile del massacro di 11 ragazzini drusi a Majdal Shams, c’è la mano sinistra dei drusi. A colpirlo a morte è stato un missile lanciato da Israele ma l’informazione del rifugio è certamente partita dal quartiere generale dei drusi,
Nelle colline che dominano Beirut c’è da secoli una presenza inquietante e scintillante, religiosa e finanziaria, militare e culturale. I drusi hanno dei culti misteriosi con radici che si diramano nel passato e che succhiano la linfa di diverse fedi. Sono circa un milione sparsi in quattro paesi: Siria, Libano Israele e Giordania. Non hanno amici sinceri ma nemmeno nemici dichiarati. Sono musulmani di derivazione sciita ma si dichiarano laici, tanto che gli islamici ortodossi li giudicano come una razza bastarda di eretici. La loro dottrina è nata da un mistero che include elementi del cristianesimo, dell’ebraismo e dell’induismo. Non a caso credono nella reincarnazione delle anime. Nello stesso tempo come testi sacri possiedono nell’animo il Corano, la Bibbia e il Vangelo. Un miscuglio che rende indecifrabile la loro fede, anche perché le loro pratiche religiose sono circondate da un alone magico, misterioso quanto affascinante, dominato dall’esoterismo e rivelato con grande prudenza a chi si accosta con umiltà e obbedienza all’ordine celato dei sacerdoti. Solo chi è ritenuto degno può entrare nello spirito dei padri che coinvolge le opere filosofiche di Platone e di Socrate. Nei loro mille anni di solitudine si sono sempre mantenuti estranei ai conflitti che hanno insanguinato il medio-oriente ma in quelle rare occasioni in cui sono stati toccati i loro interessi finanziari o uccisi in attentati destinati ad altre etnie, le ritorsioni e le vendette sono sempre avvenute misteriosamente. Oltretutto sono una potenza economica e militare. Quando il leader dei palestinesi Arafat venne sloggiato da Beirut dal connubio incestuoso israeliano-siriano, lasciò in eredità ai drusi tutto l’arsenale militare composto di missili, cannoni, mitragliatrici, mortai, compreso tutto l’apparato sanitario. Un solo esempio per dimostrare la potenza e il rispetto che possiedono, L’unico giornalista in grado di scorrazzare per le strade di Beirut senza alcun rischio durante l’ultimo sanguinoso conflitto era protetto dai drusi. Tutti sapevano dai bambini di Dio ai cristiani, dai siriani agli israeliani, dai terroristi ai criminali che toccare quel giornalista italiano significava morire misteriosamente. Il mistero di un popolo che possiede un passato e un presente che nessuno conosce ma che tutti rispettano.
Chi tocca i drusi muore
La strage di undici ragazzini drusi nelle alture del Golan da parte degli Hezbollah fa tremare il cuore e i pensieri dell’occidente per il fragore che si propagherà in tutto il medio oriente. Il conto alla rovescia è già cominciato.


