Le fini lame di stoffa torbano l’aria nuda.
Coprono la vergogna di un sogno secco,
Si affrettano a crollare senza ambizione.
Squarci di nuvole rombano nella campagna stagnante,
ansimano gli alberi tremanti, spogliati da mani acquose,
Fragili ricordi di quel che fu.
E d’improvviso il più caldo brivido, uno spirito,
Specchiato nella pozza del suo avvenire.
Piove.
E l’aria si riempie,
Teatro greco.
E non sei più solo,
Un attimo.