“Invoco un miracolo!”

Dalle miserie del basso napoletano alla ricerca del numero vincente. Storia di un gioco d'azzardo che ha perso la ragione popolare. (PARTE DUE)

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Lo studio dello sviluppo del gioco d’azzardo in Italia aiuta a cogliere gli aspetti salienti e le cause scatenanti che hanno portato il gioco a quello che è il suo attuale successo. Il primo periodo da prendere in considerazione va dall’ultimo decennio dell’Ottocento fino ai primi anni Novanta. Il gioco in quegli anni era gestito dal Ministero dell’Interno e la considerazione rispetto al gioco d’azzardo era essenzialmente di condanna: il gioco, infatti, veniva catalogato come un disvalore da contenere. L’esigenza di contenimento, però, fu parziale e l’esito che ne conseguì fu l’autorizzazione di alcune pratiche di gioco: il Lotto, il Totip, il Totocalcio e i quattro casinò (Croce, Rascazzo, 2015). In quegli anni, dunque, chi voleva giocare doveva inseguire l’azzardo nello spazio e nel tempo, recandosi in uno dei vari casinò dislocati agli estremi del territorio italiano, attendendo l’unica estrazione settimanale del Lotto o la giocata domenicale al Totocalcio oppure provando a cimentarsi con le corse dei cavalli attraverso il Totip. Non si parlava all’epoca di dipendenza o di gioco problematico o patologico, ma il gioco eccessivo era considerato un vizio, il quale comunque portava, da un punto di vista economico, a produrre giocate complessive dal valore di circa 6.5 miliardi di euro, al cambio dell’epoca (Forleo, Migneco, 2021). 40 In Italia, a quel tempo, c’era ancora la lira e i conti dello Stato navigavano in pessime acque, motivo per cui i governi dell’epoca cercavano le migliori strategie per aumentare le entrate statali così da risanare i bilanci negativi (Croce, Rascazzo, 2015). Per questa ragione il gioco divenne uno strumento di fiscalizzazione. Lo stato, dunque, poteva incassare denaro attraverso la tassazione di giochi, che aumentarono sempre di più in base alle sue necessità di incasso. Furono inizialmente autorizzati i Gratta e Vinci, poi fu la volta del Superenalotto, in seguito le sale bingo e scommesse, dove vennero installate le slot machine. Nel giro di 17 anni tutto lo scenario era completamente cambiato (Forleo, Migneco, 2021). Questo breve accenno, che permette solo in parte di cogliere la complessa evoluzione del sistema del gioco d’azzardo, aiuta a capire quanto sia stato significativo l’aumento del consumo di azzardo in Italia (Croce, Rascazzo, 2015), considerando che la completa liberalizzazione del gioco online è solo l’ultimo tassello del puzzle e che non ha fatto altro che aumentare i conti dello Stato e delle aziende del settore e l’approccio e le abitudini dei cittadini, spinti sempre più a diventare assidui consumatori (Forleo, Migneco, 2021). Il gioco online in Italia veniva praticato già dall’invenzione di internet, anche se non era ancora abbastanza rinomato e, soprattutto, non garantiva allo Stato entrate in quanto non era tassato. Solo dal 2008, infatti, i siti dediti al gioco online sono diventati legali poiché lo stato ha stabilito, per la prima volta, una struttura per regolare e tassare gli operatori online attraverso un decreto emanato dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM). Attraverso tale decreto, gli operatori dei siti online devono richiedere la licenza allo Stato italiano per offrire i loro servizi di gioco online e questo cambiamento ha generato l’inizio del successo del gioco d’azzardo online. Si pensi che, nei sei mesi successivi a questa svolta legislativa, sono stati fatturati ben 5 miliardi di euro, nonostante le licenze fossero state concesse ai siti di scommesse e ai casinò online limitatamente ai giochi da tavolo e alle lotterie, ma non ai siti slot con soldi reali. Gli operatori del mercato hanno dovuto attendere ancora un anno per avere la possibilità di introdurre, all’interno delle loro piattaforme di gioco, le slot, sebbene le macchine a rullo da bar fossero già da lungo tempo legali nel nostro Paese. Negli anni successivi, questo processo di legalizzazione ha portato alla diffusione di moltissimi casinò online. Parecchi operatori attivi nel settore delle lotterie sono scesi in campo (si pensi a Lottomatica, SNAI e Sisal) e, soprattutto, il mercato italiano è stato invaso da allibratori internazionali che hanno deciso di sviluppare il proprio business sul nostro 41 territorio creando delle piattaforme ad hoc ad uso esclusivo dei giocatori (La Storia del Gambling Online, n.d.). Uno dei vantaggi dei cambiamenti riguardanti il gioco d’azzardo online e le concessioni ad esso legate è stato sicuramente il tentativo di arginare e prevenire il gioco d’azzardo illegale in Italia, cosa più o meno avvenuta grazie anche ad alcune misure di sicurezza, tra cui gli ISP, ovvero fornitori di servizi Internet, che bloccano i siti Web di gioco d’azzardo senza licenza (Adnkronos, 2022). Purtroppo, però, per arginare o eliminare il gioco d’azzardo illegale ci vuole ben altro. A causa della continua ricchezza prodotta e della continua diffusione capillare del gioco d’azzardo, le organizzazioni criminali hanno investito molto denaro sporco nel gioco d’azzardo, creando il proprio mercato e adescando persone all’interno del mondo del gioco illegale, come dimostrano le numerose indagini delle Direzioni Distrettuali Antimafia in Italia (Prefettura di Firenze, 2020). L’aumento di offerta del gioco legale non ha, quindi, contribuito a ridurre l’offerta di quello illegale. Si può parlare di una contiguità tra i due settori, i quali non fanno altro che alimentarsi a vicenda, in quanto ciò che veniva negato o limitato da uno poteva essere scoperto e elargito dall’altro (Croce, Rascazzo, 2015). Le organizzazioni mafiose si muovono in questo ampio mercato sia gestendo il gioco illegale, sia contaminando il gioco e le scommesse legali, dimostrando come il gioco sia facilmente permeabile dalla criminalità e dimostrando la presenza di un problema serio e sempre attuale in termini di sicurezza e tutela delle persone.

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