“Il ritorno della melodia” di Ernesto Bassignano

A Sanremo vincono le note sulla percussione.

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Finalmente! E, ancor più incredibile, per merito di Carlo Conti (mica di un musicologo di valore), finalmente dopo anni e anni di caduta progressiva nel baratro della sottocultura per bimbi stupidini o già tarati, si tenta di tornare indietro! Non so ancora bene se è tendenza, ma se son rose fioriranno. Prima la cacciata di Tony Effe da Roma (dopo averlo colpevolmente invitato), poi l’abiura di Emis Killa per Sanremo, un Ruggeri che fa tv per canzone e musica d’autore, il successo di Bollani, gli arresti di trappers, i molti post sui social tutti riguardanti un certo crescente fastidio per la “musica” rap e trap e relativi testi deliranti, per non parlare delle risate sugli autotune che s’inceppano rivelando voci di Paperino. Ebbene, il Carletto nazionale deve aver recepito il messaggio. Un po’ per questo, un po’ per sbertulare Re Amadeus e i suoi giochini tra tatuaggi, anelli, beghe, liti e camarille di bassa lega. Ecco che – miracolo – lui e la sua banda si son detti: perché non tentare la normalità, l’umanità, un pizzico di poesia e note e accordi e ritmi della tradizione italica? Come dire: perché non fare l’esperimento? Ed ecco i cantautori e le novità d’autore. Ecco un’orchestra che finalmente suona con archi e fiati, ecco personaggi meno travestiti magari con chitarre in mano. È andata bene! Il pubblico pagante e o milioni da casa hanno detto di sì e Carletto gongola avendo dimostrato che, oltre ai lustrini e le invenzioni televisive, la musica paga! E scusate se è poco. Chi scrive, che da decenni fa e si occupa di poesia civile, ha tirato un respiro di sollievo. E ora, oltre che a Sanremo, magari, perché no, anche al primo maggio…

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