Ho passato tutta la notte a guardare
quella crepa sul muro
e pensare e fumare e pensare
e improvvisare solo rabbia, orgoglio e raccapriccio.
Notte e amara e l’acre suono
non distoglie la mia attenzione da
quella crepa sul muro bianco
che silenziosa giganteggia e nello spazio circostante
nuota, nera come la pece
stringe le membra e il collo avvolge.
Di lunghissime ore mi consumo
sbatto contro le ossessioni
come la falena e la sua luce
mi ustiona il muro che senza sosta osservo
E questi occhi che sanno del bianco
che riflettono
e della luce che non vedono
qualche traccia lasceranno
(umida lacrima del peccato)
per la prossima occasione.