lunedì 17 Novembre, 2025

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Nuova ondata di polemiche: no-vax contro l’istituto “Spallanzani”. 

Numerosi commenti su Facebook criticano duramente le iniziative dell’ente, accusandolo di promuovere un “progetto di eliminazione di massa”.

Il mondo no-vax è composto da gruppi eterogenei: da una parte ci sono i complottisti, dall’altra coloro che agiscono spinti dalla paura.

L’antivaccinismo rappresenta l’atteggiamento di chi si oppone all’uso dei vaccini, specialmente per quanto riguarda le vaccinazioni infantili. Questa posizione si contrappone nettamente al consenso consolidato nella comunità scientifica, che evidenzia l’efficacia e la sicurezza dei vaccini.

Le motivazioni dietro l’antivaccinismo sono varie. Alcuni temono seriamente gli effetti collaterali del vaccino, come la presunta sterilità, una voce infondata che tuttavia trova dei credenti. Altri aderiscono a teorie fantascientifiche secondo cui il vaccino conterrebbe un microchip per il controllo delle persone da parte di poteri occulti. Alcuni sono preoccupati per rischi come infarto e trombosi, sebbene tali timori siano giustificati solo in una minoranza di casi. C’è anche chi vede nei vaccini un complotto internazionale per arricchire le industrie farmaceutiche o ridurre la popolazione mondiale. Le teorie complottiste prosperano particolarmente quando sono condivise, poiché la condivisione le fa apparire più credibili.

“La condivisione fornisce la prova”

I Il movimento no-vax spesso cita enti e medici sconosciuti per supportare le proprie idee. Questa pratica si basa su diverse tattiche che possono indurre in errore l’opinione pubblica.

Per esempio fanno uso di pseudoscienza citando studi che non hanno superato la revisione paritaria o che sono stati pubblicati su riviste di bassa qualità; in secondo luogo vengono citati medici o scienziati che non sono esperti nel campo delle malattie infettive o dell’immunologia; spesso vengono selezionati studi o casi isolati che sembrano supportare la loro posizione, ignorando la stragrande maggioranza delle evidenze scientifiche 

Ma quali sono le origini dell’antivaccinismo? 

Già alla fine del XVIII secolo, quando il medico britannico Edward Jenner testò il primo vaccino contro il vaiolo, queste resistenze erano presenti. Jenner, oggi riconosciuto come il padre dei vaccini, utilizzò del materiale prelevato da lesioni di vaiolo bovino per immunizzare un bambino di 8 anni, il figlio del suo giardiniere. Questa innovativa pratica, sebbene dimostratasi efficace, suscitò immediatamente critiche di vario genere, basate su preoccupazioni sanitarie, religiose, politiche e scientifiche.

Per alcune persone e membri del clero locale, la questione principale riguardava l’origine animale del vaccino, ritenuto “non cristiano”. Altri, invece, manifestavano una più ampia sfiducia nella medicina e nelle teorie di Jenner. Un ulteriore gruppo di oppositori era preoccupato per la limitazione della libertà personale, un sentimento che si intensificò quando, nei decenni successivi, il governo britannico cominciò a implementare politiche di vaccinazione obbligatoria.

Nel corso della seconda metà dell’Ottocento, una serie di leggi rese obbligatorio il vaccino contro il vaiolo per i bambini in Inghilterra, prevedendo sanzioni per i genitori che rifiutavano di far vaccinare i propri figli. Queste misure governative portarono alla nascita dei primi movimenti anti-vaccinazione, tra cui la Anti Vaccination League e la Anti-Compulsory Vaccination League. Questi gruppi organizzarono frequenti e affollate proteste.

Le crescenti proteste portarono alla creazione, nel 1896, di una commissione governativa per valutare la pratica vaccinale. Le indagini confermarono l’efficacia del vaccino contro il vaiolo ma portarono anche all’abolizione delle sanzioni per chi rifiutava la vaccinazione. Infatti, una legge del 1898 introdusse una clausola di “obiezione di coscienza”, permettendo ai genitori di rifiutare la vaccinazione per i propri figli senza incorrere in sanzioni.

I no-vax rappresentano un movimento fondato su convinzioni prive di solide fondamenta medico-scientifiche. È statisticamente dimostrato che l’antivaccinismo contribuisce significativamente all’aumento delle infezioni. Ignorare l’importanza dei vaccini non solo mette a rischio la salute individuale, ma compromette la sicurezza collettiva. Di fronte a questi dati, è cruciale riconoscere che la scienza non è una questione di opinioni, ma di prove concrete: i vaccini salvano vite.